ASSEMBLARE MUNIZIONI MATCH

Con questa pressa azionata da un motore elettrico e dotata di una cella di carico ad alta precisione, è possibile non solo assemblare munizioni match sempre con la medesima forza, ma anche rilevare e registrare la curva dello sforzo richiesto

Che si tratti di Bench rest o di “semplice” Tiro a lunga distanza, al crescere della competizione e della competitività, i millimetri in più o in meno di rosata si fanno decisivi e, per conseguire il risultato finale sul bersaglio, ogni elemento costitutivo della cartuccia ricaricata diventa fondamentale. Si parte dalla pesatura e selezione dei bossoli, alla ricalibratura del solo colletto, per arrivare ai procedimenti più raffinati e scientifici in assoluto, per garantire il più possibile che ogni cartuccia sia identica alle altre, in modo che (auspicabilmente) identica sia la traiettoria del proiettile verso il bersaglio. L’azienda neozelandese Amp ha iniziato la propria attività con una serie di interessanti macchine per la ricottura dei colletti dei bossoli per carabina, alle quali ha nel tempo affiancato una serie di strumenti altrettanto sofisticati per la ricarica di ultra-precisione, alla quale appartiene la pressa di cui vogliamo parlarvi in questa occasione.

Digitale e motorizzata

La pressa in questione non è concepita per la ricalibratura del bossolo, bensì interviene nella fase finale di assemblaggio della palla nel bossolo (seating). È concepita in modo da lavorare con i dies Wilson di precisione, che non prevedono la classica filettatura per il fissaggio, perché lavorano “liberi”, con una boccola inferiore di centraggio. La pressa si compone di un basamento, sul quale è innestata la “colonna” che porta il pistone motorizzato. La colonna è fissata al basamento per mezzo di due rebbi che si innestano all’interno di due ganasce e si fissano per mezzo di sei viti Allen. Le ganasce a loro volta sono fissate al piatto principale per mezzo di due generose coppie di viti Allen, allo scopo di creare la corretta tensione del componente e, quindi, una stabilità assoluta. Sul basamento, che appoggia sul piano di lavoro per mezzo di tre piedini regolabili (in modo da garantire non solo l’assenza di traballamenti, ma anche una perfetta assialità sul piano orizzontale), c’è una cella di carico sulla quale appoggia la boc-

La pressa Amp utilizza un pistone motorizzato per spingere la palla nel bossolo e, grazie a una sensibilissima cella di carico, è possibile quantificare la resistenza offerta dal colletto e proiettare il relativo grafico su un Pc o un Mac.

La comparazione dei grafici del lavoro fisico del pistone della pressa consente di evidenziare eventuali anomalie nella resistenza del colletto della specifica cartuccia ed escludere quest’ultima dalla propria dotazione di gara.

cola del die Wilson, quindi il die medesimo. Sulla sommità delle colonne è invece fissato il pistone motorizzato, che interagisce sul die per mezzo di un pistone filettato. Sono inclusi nella confezione due pistoni di lunghezza differente che, in combinazione con le possibilità di regolazione in altezza garantite dalla filettatura del corpo, offrono una buona elasticità in fatto di calibri utilizzabili. Ma come funziona, in sostanza, la pressa Amp? E soprattutto, qual è il suo valore aggiunto? Lo scopo del pistone motorizzato è quello di assicurare la massima costanza di spinta sulla testa dei die e, quindi, sulla palla che viene spinta all’interno del colletto del bossolo. Questo è già un primo vantaggio rispetto a una classica pressa manuale, ancorché di tipo “match” e di qualità superiore. La cella di carico sulla base, tuttavia, consente non solo di quantificare lo sforzo esercitato dal pistone, ma anche di trasporre le informazioni su un computer (Pc o Mac), sotto forma di un vero e proprio grafico relativo al lavoro compiuto. Ovviamente, tante saranno le cartucce assemblate con questo sistema e altrettante saranno le curve del grafico, il che consente di comparare lo sforzo esercitato dalla pressa che, è piuttosto evidente per i ricaricatori più esperti e smaliziati, corrisponde a quella che è la resistenza offerta dal colletto del bossolo. A parità di resistenza del colletto, c’è da aspettarsi una omogeneità nella resistenza opposta al rilascio della palla allo sparo, sotto l’effetto della pressione dei gas, quindi una superiore omogeneità di prestazioni, che non è quantificabile con tale precisione con alcun sistema manuale. Ovviamente stiamo parlando di bossoli di tipo match, sottoposti a una ricottura del colletto automatizzata (quindi omogenea) e così via. In pratica, stiamo parlando di bossoli già ultra-selezionati, rispetto a quali questo sistema consente una ulteriore, finissima selezione finale della cartuccia, consentendo di calcolare, valutare e se necessario scartare anche l’ultima imponderabilità legata a microscopiche anomalie sul materiale.
La pressa funziona con die Wilson, che non prevedono filettatura bensì lavorano “liberi”. Una apposita “C” fissata sul basamento assicura la perfetta coassialità.
La centralina trae la sua energia da un alimentatore 12 V in corrente continua e dialoga con il computer per mezzo di un cavo Usb. Lo strumento è predisposto anche per dialogare via Bluetooth.
La pressa viene consegnata disassemblata, ma il montaggio è molto intuitivo. In basso a destra si possono notare le due prolunghe del pistone, che consentono l’adattamento a un’ampia varietà di calibri.

Il nostro test

La pressa viene consegnata smontata, ma l’assemblaggio è del tutto agevole, sia per quanto riguarda la parte prettamente meccanica, quindi il vincolo delle colonne al basamento, sia per l’elettronica: la cella di carico si collega alla centralina per mezzo di un semplice spinotto a quattro bit, mentre la centralina stessa ha due prese, una per l’alimentatore 12 Volt in corrente continua, che fornisce l’energia al pistone, l’altra per il cavo Usb destinato a dialogare con il computer. Il sistema è predisposto anche per una comunicazione di tipo bluetooth, per la quale sarà disponibile uno specifico software. Nel kit è inclusa una chiavetta Usb, che contiene un codice di licenza. Andando sul sito dell’azienda, dal Pc o dal Mac, è possibile scaricare il programma di gestione e attivarlo inserendo il codice licenza. La parte hardware prevede di impostare il die sull’altezza desiderata di inserimento della palla, facendo in modo che la prolunga del pistone sia separata dalla testa del die di 1/16 di pollice circa, corrispondente a 1,6 mm circa. A quel punto è possibile cercare l’altezza desiderata della palla regolando il die (che ha apposita boccola micrometrica). Una volta trovata l’altezza desiderata, si inserisce il die senza palla né bossolo all’interno e, cliccando dal computer sul tasto “Find x zero” si farà in modo che il pistone trovi il punto corretto di appoggio rispetto alla testa del die. La tolleranza è pari a 0,001 pollici. È anche possibile impratichirsi con il sistema, utilizzando al posto di un “vero” die, il pistone-campione fornito in dotazione, con una molla che simula la resistenza offerta dalla palla che entra nel bossolo. A quel punto si può procedere con la ricarica vera e propria, una volta “farcito” il die con il bossolo con la carica di polvere e la palla appoggiata sopra, non resta che premere “go” per far sì che il pistone scenda e inserisca la palla nel bossolo, all’altezza prescelta, proiettando sullo schermo del Pc il relativo grafico con le forze rilevate dalla cella di carico. Cliccando su “autorun”, il pistone scenderà automaticamente ogni volta che il die viene inserito sulla cella di carico. Il pistone ha una forza massima di 200 kg, più che sufficiente per qualsiasi calibro o tipo di palla. È ovviamente possibile salvare le informazioni fornite dal sistema, creando specifiche “librerie” che possono essere suddivise per calibro, altezza di palla, bossolo e così via.
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