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Il cronografo Caldwell G2 è distribuito in Italia dall’Armeria Regina
massimoMortola

Vi proponiamo la prova di un cronografo - il G2 della Caldwell - poco noto ma da noi adottato per le sue intelligenti e utili soluzioni, tra cui quella di funzionare “a testa in giù” di Massimo Mortola

Nei nostri articoli abbiamo più volte definito il cronografo “il migliore amico dei ricaricatori” e, assieme a un manuale di ricarica completo e affidabile, lo è davvero. A nostro parere la sua importanza supera perfino l’avvenuta digitalizzazione dei calibri e delle bilance di precisione, che negli ultimi decenni ne ha notevolmente facilitato la lettura riducendo drasticamente il rischio di incorrere in sviste oltremodo pericolose. I meno giovani ricorderanno i primi misuratori di velocità accessibili ai privati: ingombranti, costosissimi (anche per via del peculiare materiale di consumo), terribilmente lenti da usare e soggetti a errori. Fortunatamente, nel giro di alcuni decenni è avvenuta una profonda trasformazione in positivo, a cominciare dall’introduzione dei sensori a fotocellula, e si può dire che dei suddetti difetti sia rimasto – seppure per differenti motivi funzionali - solo l’ultimo. Dopo una ventina di anni di intenso e onorevole servizio il nostro Competition Electronics ProChrono Digital, molto semplice ma valido e affidabile quando correttamente utilizzato, e ulteriormente evolutosi nelle versioni Ltd e Dlx, ha improvvisamente smesso di funzionare: può darsi che a tale accadimento non sia stata del tutto estranea una pallottola calibro .22 Long rifle da noi sparata un po’ troppo in basso - complici gli occhiali mal posizionati sul naso - e che come mostriamo in fotografia ha perforato da parte a parte il corpo dell’incolpevole strumento. Che volete, non fanno più i cronografi robusti di una volta! Battute a parte, e superato con finta nonchalance il momento di imbarazzo, ci siamo trovati a dovere rimpiazzare con celerità il compianto ausiliario, e la nostra scelta è caduta sul Caldwell G2 che andiamo a descrivervi. Si tratta di un modello che almeno nel nostro Paese ha avuto un successo limitato, e crediamo di non sbagliare attribuendone la causa al prezzo d’acquisto elevato rispetto agli strumenti più semplici, nonché - in minore misura - all’aspetto e al principio di utilizzo inconsueti. Giusto per restare in casa Caldwell, e rifacendoci al listino del distributore armeria Regina (www. armeriaregina.it), nel momento in cui scriviamo – primo quadrimestre 2022 - il G2 costa in Italia 369 euro a fronte dei 136 euro richiesti per il G1, che come tipologia e prestazioni è assimilabile al succitato Competition Electronics ProChrono. Vedremo tra poco se e come tale differenza di spesa si può considerare giustificata.
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La struttura ampia e articolata del G2 consegue al principio di funzionamento “rovesciato”. Per il montaggio consigliamo di appoggiarsi su un tavolo, o altro stabile piano di lavoro
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La confezione

In una parola: ottima. All’interno di una voluminosa e robusta scatola di cartone, di aspetto gradevole e illustrante con chiarezza le caratteristiche e le funzionalità del prodotto, troviamo una borsa floscia di tessuto nero, pratica e ben fatta, capace di offrire una discreta protezione e l’agevole trasporto dell’apparecchio. Essendo studiata per minimizzare gli ingombri, che non sono modesti, richiede un po’ di tempo e attenzione per stipare al meglio l’apparecchiatura. All’interno è razionalmente divisa in tre scomparti, ognuno destinato a contenere una o più parti dell’insieme; avremmo però gradito un ulteriore piccolo divisorio, destinato all’alimentatore di corrente.
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La voluminosa scatola di cartone protegge bene il contenuto, è di gradevole aspetto e illustra dettagliatamente le caratteristiche del cronografo e le sue funzionalità

Il cronografo

Lo strumento vero e proprio è composto da quattro elementi: corpo, supporto centrale e due diffusori. Il supporto centrale, che va collegato a un treppiede o appoggiato a un piano di sostegno, regge i diffusori che a loro volta tengono sospeso in alto il corpo. Nella faccia inferiore di quest’ultimo sono inseriti i sensori, che percepiscono la variazione di luminosità provocata dal proiettile in arrivo. La componentistica elettronica interna elabora il segnale inviato dalle fotocellule e calcola il tempo intercorso tra il passaggio sotto il sensore posteriore e quello anteriore, e quindi la velocità del proiettile stesso. Il fatto che i sensori siano bene annegati nel corpo e siano rivolti il basso, quindi protetti dalla luce (solare o artificiale) diretta, fa sì che il G2 patisca in misura molto ridotta la principale pecca dei cronografi a fotocellule, che è proprio quella di necessitare di un’illuminazione elevata e al contempo stabile ed omogenea, non puntiforme. Resta comunque importante l’azione di diffusione svolta delle bande di plastica traslucida, presenti in tutti gli apparecchi della categoria ma che in questo caso sono orientate verso il suolo anziché il cielo. In casi limite - come indicato nelle istruzioni - può altresì essere utile porre sotto i diffusori un telo che riduca la riflettanza del terreno. Ma se il cronografo non “legge”, magari per la perniciosissima presenza di lampade a fluorescenza, o fatica a fornire dati attendibili, ci si può giocare con la più totale immediatezza (basta premere l’apposito pulsante posto sulla parte superiore del corpo) il prezioso jolly del G2, le potenti luci a led ben distribuite lungo i già citati diffusori e altrettanto ben protette. Oltre ai quattro elementi dello strumento, nella borsa troviamo il libretto di istruzioni (reperibile anche in rete), il treppiede e il caricabatteria, intelligentemente dotato di due inserti staccabili che fungono da spina americana ed europea. Torniamo ora a occuparci del corpo, monolitico e di robusto aspetto, il quale presenta: • frontalmente, un display Lcd (visore a cristalli liquidi) di cui abbiamo apprezzato la pregevole leggibilità anche a buona distanza, superiore alla maggior parte della concorrenza; • sui lati, le prese per gli spinotti di connessione ai diffusori, necessari per portare la corrente alle file di led; • inferiormente, la bussola filettata per la connessione al treppiede; • superiormente, tre pulsanti di agevole azionamento che regolano l’accensione dell’apparecchio e dei suddetti led, nonché la misurazione in metri o piedi al secondo. Grazie a essi la gestione del cronografo è semplice e rapida, poiché al resto pensa un’applicazione informatica da scaricare gratuitamente su un cellulare o altro analogo dispositivo elettronico.

Il treppiede

A questo componente – definirlo accessorio sarebbe riduttivo – dedichiamo ampio spazio, vista la sua importanza nel caso specifico. Di tipo fotografico, si collega alla base centrale del cronografo – che nel G2, come abbiamo già spiegato, è posta inferiormente al corpo e collega pure i diffusori/illuminatori – mediante la tradizionale rotella con vite da 1/4 di pollice. Questo passo è il più diffuso nel settore, e quindi consente eventualmente la facile sostituzione con un altro treppiede. La peculiare conformazione rende il G2 alquanto pesante, e soprattutto ingombrante e poco stabile, in particolare in caso di urti e in presenza di vento; l’efficacia del supporto è quindi di primaria importanza. Il treppiede di serie è compatto, leggero (è interamente realizzato in alluminio e plastica), ha una buona estensione verticale quando allungato al massimo, ha un sistema di blocco della regolazione delle gambe pratico e veloce, possiede le aste di connessione e irrigidimento delle gambe medesime, e dispone perfino di una comodissima cremagliera centrale. Per contro è realizzato in economia, e ciò, unitamente alla massa ridotta, gli conferisce una stabilità appena sufficiente alla bisogna. Le regolazioni sono agili e tutto sommato ampie (manca solo quella per il ribaltamento laterale, cui si può supplire modificando la regolazione in lunghezza di una delle tre gambe), ma solo il tempo potrà dire se i componenti – in particolare quelli di materia plastica - resisteranno validamente ad un impiego frequente. Da segnalare che al momento del primo utilizzo lo spezzone di vite da 1/4” possedeva un gioco eccessivo nella parte femmina inserita nella rotella di blocco, difetto che ci è stato possibile risolvere rapidamente con la somministrazione di alcune gocce di frenafiletti medio.
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il G2, capace di funzionare anche in condizioni di luce difficile o fluorescente. Sono evidenti le differenze concettuali e strutturali
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Il Caldwell G2 ha rimpiazzato il nostro fidato ProChrono, che ha smesso improvvisamente di funzionare. Che dite, potrebbe avere influito il maldestro colpo di .22 Long rifle indicato dalla freccia?
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Sulla confezione, l’immagine principale riassume con chiarezza l’utilizzo del G2
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La generosa finestra di misurazione consente l’utilizzo del cronografo anche agli appassionati di arcieria
Quest’altra composizione mostra gli accessori del sistema
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I componenti del G2 sono più numerosi del consueto, e comprendono treppiede e caricabatteria

Montaggio e smontaggio

Abituati a semplicità e speditezza del ProChrono Digital, questo è l’aspetto che abbiamo meno apprezzato: nulla di grave, ma la procedura è relativamente lenta – questione, comunque, di pochi minuti, compreso il tempo necessario per aprire e portare alla massima estensione il treppiede, e livellare l’insieme – e richiede metodo, attenzione e una discreta dose di forza sia per eseguire le operazioni compiutamente e correttamente, sia per evitare di danneggiare i vari componenti, e ciò in fase di montaggio come di smontaggio. Consigliamo vivamente di eseguire i vari passaggi appoggiandosi su di un piano ampio e stabile, come un tavolo, e di agire con calma; così facendo i tempi si abbreviano e al contempo si riduce drasticamente il rischio di compromettere l’integrità di qualche elemento – in primis il corpo principale – con rovinose cadute. Segnaliamo che per raggiungere il pieno parallelismo dei diffusori è necessario esercitare molta forza per spingere fino in fondo le barre del supporto centrale nei ricettacoli posti alla base dei diffusori stessi; altrettanta forza, se non di più, verrà richiesta per scollegarle a fine utilizzo. Occorre altresì accertarsi di avere inserito completamente, e pertanto anche in eguale misura, i puntali delle aste dei diffusori nelle corrispondenti tasche del corpo. Tutte queste accortezze non incidono più di tanto sulla bontà delle rilevazioni velocitarie, poiché ciò che più conta è l’allineamento dei sensori, che sono solidamente annegati nel corpo rigido dell’apparecchio; però contribuiscono, e non poco, ad assicurare la piena stabilità e affidabilità dell’insieme. A proposito della bontà dei risultati, osserviamo che un passaggio che viene spesso omesso da chi utilizza il cronografo – di qualsiasi modello si tratti – è quello di mettere lo strumento in bolla, mediante una comune livella.
La misurazione della velocità avviene conteggiando il tempo che il proiettile impiega a percorrere la distanza – ovviamente nota - intercorrente tra il sensore posteriore e quello anteriore, ed è evidente che se le fotocellule non fossero correttamente allineate alla traiettoria del proiettile si introdurrebbero errori di calcolo, magari di secondaria importanza ma comunque superiori al margine d’errore insito nello strumento (solitamente dichiarato attorno al 0,5 - 1%, per i modelli più comuni) ed evitabili con poca fatica. Sotto questo aspetto il G2 è superiore a buona parte della concorrenza, poiché la maggiore separazione dei sensori aiuta anche a minimizzare gli errori angolari.
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La borsa di tessuto, pratica e ben fatta, è studiata per contenere quanto più possibile gli ingombri
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tastiCaldwell
I comandi, disposti superiormente, sono bene accessibili, semplici (tre pulsanti in tutto), e funzionali
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Funzionamento e operatività

Il G2 ha funzionato correttamente già al primo tentativo, con illuminazione sia naturale (poligono aperto) sia artificiale (tunnel di tiro). Nel secondo caso, trattandosi di lampade a fluorescenza (neon), è bastato premere il pulsante di accensione delle batterie di led incorporate nei diffusori per ottenere valori attendibili: è un risultato pienamente soddisfacente e che finora ci era stato impossibile da raggiungere con altri cronografi a fotocellule, ma privi di illuminatori o di assistenza a infrarossi. Aggiungiamo che in tale situazione, utilizzando palle di piombo nudo, perfino il sofisticato Labradar in dotazione al nostro poligono evidenzia serie incertezze di lettura. L’assetto rovesciato del G2 non ha creato difficoltà di puntamento, né ci pare aumenti il rischio di colpire parti dello strumento durante il tiro; ha inoltre il vantaggio di proteggere al meglio le fotocellule dagli elementi esterni. A nostro parere l’unica sua conseguenza negativa è quella di innalzare il baricentro del complesso, riducendone la stabilità. Il collegamento Bluetooth con un telefono cellulare o personal computer (o analogo dispositivo) è prezioso sotto vari aspetti: evita errori di lettura, trascrizione, o peggio ancora perdita dei valori esposti dal display (è anche possibile inviarseli via e-mail) e visualizza ulteriori informazioni, utili e numerose. L’apposita app (programma informatico, per i meno tecnologici come noi) è risultata facile da scaricare e attivare, ma non chiedeteci altri dettagli: ci siamo affidati al nostro giovane figlio, che in un attimo, con la semplice imposizione delle mani - così almeno ci è parso - ci ha sdegnosamente riconsegnato il nostro cellulare, debitamente aggiornato. Sulla funzionalità della app abbiamo un’unica lamentela: non ci è stato possibile acquisire i dati inerenti la temperatura e la pressione atmosferica. Ci siamo pertanto rivolti all’assistenza ufficiale (e-mail support@caldwellshooting. com), ottenendo con rapidità la risposta che si tratta effettivamente di un’anomalia dell’applicazione, peraltro già conosciuta, e che la Caldwell è al lavoro per risolverla. Per chi si fosse posto il dubbio teniamo altresì a precisare che riteniamo di potere escludere che il G2 incorpori una stazione metereologica, essendo molto più probabile che
i dati vengano desunti da qualche sito internet specializzato, avvalendosi delle funzioni di connessione e geolocalizzazione del dispositivo che utilizza la app. Infine, questa volta quasi più a livello di curiosità che di vero e proprio difetto, segnaliamo che talvolta il valore velocitario riportato dall’applicazione differisce di un metro al secondo da quello visualizzato dal display incorporato nel cronografo. Contrariamente ad altri apparecchi il G2 non richiede pile, la cui principale caratteristica risiede, notoriamente, nella malefica attitudine a scaricarsi nel bel mezzo di un’importante sessione di tiro. Esso dispone, invece, di una batteria incorporata agli ioni di litio - ovviamente ricaricabile, in circa 150 minuti - che secondo il fabbricante consente un’operatività di circa dodici ore. Con le file di led accese la durata cala a due ore (erano solo novanta minuti in un foglio di istruzioni di superata edizione), periodo che comunque giudichiamo sufficiente. Aggiungiamo che grazie alla porta Usb di cui è dotato il corpo è possibile utilizzare, in caso di necessità, un alimentatore esterno, con ciò garantendosi una maggiore autonomia e la piena tranquillità d’animo. Altri pregi del G2 consistono nel visore frontale di valide dimensioni, e di cui sottolineiamo nuovamente la facile lettura anche a buona distanza dall’operatore, e nell’ampiezza della base di misurazione, superiore a quella di molti concorrenti (si veda la tabella n. 1). Tale caratteristica è importante ai fini della precisione delle misurazioni velocitarie; al riguardo rammentiamo la regola generale secondo cui a un raddoppio della distanza tra i sensori consegue un dimezzamento del margine d’errore dello strumento.
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Osservazioni conclusive

Grazie alla peculiare struttura capovolta e all’illuminazione secondaria a led, il Caldwell G2 costituisce una valida alternativa agli strumenti che utilizzano la combinazione fotocellule/infrarossi (Ced), i sensori acustici (Steinert) o magnetici (MagnetoSpeed), o la tecnologia radar (Labradar), ognuno coi suoi particolari pregi e difetti. A nostro avviso il G2 è poco adatto a chi vuole o deve operare in tempi ristretti, o comunque senza la calma necessaria per montare/ smontare l’apparecchio con attenzione. Inoltre, su terreni instabili e soprattutto in presenza di vento non lieve riteniamo preferibile non affidarsi al treppiede di serie - che peraltro, oltre a essere leggero e sufficientemente regolabile, ha il grande merito di essere contenuto nella pratica borsa di trasporto - e sostituirlo con uno più saldo e pesante; gli appassionati di fotografia comprenderanno subito l’opportunità di tale soluzione Nessun problema, ovviamente, nel caso in cui il cronografo possa essere mantenuto pronto all’uso e montato su un adeguato supporto! Per obiettività è altresì doveroso precisare che un treppiede veramente solido e dotato di tutte le regolazioni sui tre assi, come quelli che da quarantacinque anni usiamo per realizzare le fotografie dei nostri articoli, rispetto a quello fornito dalla Caldwell quadruplicherebbe il peso, raddoppierebbe o triplicherebbe l’ingombro, e con ogni probabilità costerebbe tanto da escludere il cronografo dal mercato. Dove invece il G2 svetta sulla concorrenza, rendendo un servizio prezioso e giustificando appieno il suo cospicuo prezzo di acquisto, è nella funzionalità in condizioni di luce non ottimali - ivi comprese le illuminazioni artificiali, come quelle dei tunnel di tiro - che all’atto pratico sono le più frequenti. Chi ha già avuto a che fare con cronografi che rifiutano pervicacemente di fare il loro dovere (mostrare con attendibile coerenza la velocità dei proiettili) se non in presenza di luce naturale perfetta, intensa, diffusa e costante, o riescono a farlo solo saltuariamente, potrà apprezzare l’estrema importanza di tale pregio. In ultima conclusione, questo modello è indubbiamente più costoso dei cronografi “base” (ma prezza la metà di uno a radar) e non è privo di difetti di ordine pratico, che abbiamo tenuto a evidenziare in dettaglio e con rigore financo eccessivo. A nostro parere, però, sono i suoi pregi a prevalere, e nel caso qualcuno ora ci chiedesse se - avendone potuto valutare i pro e contro - lo ricompreremmo e ci sentiremmo di consigliarne l’acquisto ai nostri lettori, la risposta sarebbe affermativa. Considerato il nostro sparagnino animo ligure, cui si abbina una spiccata tendenza a privilegiare la semplicità operativa, crediamo che ciò rappresenti un limpido complimento al lavoro svolto dai tecnici della Caldwell.
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Ringraziamo per la collaborazione l’armeria Regina di Conegliano (Tv) e la sezione di Rapallo del Tiro a segno nazionale.

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